 NIENT’ALTRO CHE DEL BIANCO CUI BADARE
Fotografie di Alice Acerbi
dal 1 al 30 aprile 2010
OSTERIA AI MUSEI
Piazza Tebaldo Brusato, 24 Brescia
Sabato 17 aprile 2010
Sessione Autoscatti - ore 17.00
Bianco non è un colore
né un’emozione;
è un luogo mentale, un metaforico muro a cui appoggiarsi
per riprendere fiato,
per fermare tutto
e lasciarsi fermare da una fotografia.
Alice riempie questo spazio con l’immagine che ha di sé,
senza cercare conforto negli oggetti o il giudizio di chi guarda.
Abbandona tutto per farsi cogliere in questa profonda mancanza,
senza sentire il bisogno di sfuggirle con interpretazioni imposte
per poter condividere invece la vera libertà di questa sospensione.
Perché solo senza maschere si può riemergere da quello stesso bianco come fantasmi senza
catene.
P.B.
In una lettera alla sua famiglia datata 1878, Arthur Rimbaud descrive la strada che sta percorrendo lungo il passo del San Gottardo: “…rien que du blanc à songer, à toucher, à voir, ou ne pas voir…”. Non c’è nient’altro che bianco a cui badare, in questo caso la neve che ricopre ogni cosa. Ed è proprio in mezzo alla neve che si chiude il progetto fotografico di Alice
Acerbi.
Il lavoro di Alice inizia dal buio con una serie di scatti che rivelano la sua necessità di fotografare in primo luogo se stessa: “Quello che mi interessa è riprodurre attraverso il mio corpo un diario della mia presenza”.
Per uscire dall’ombra, per rivedersi immersa in pensieri e paure, sceglie luoghi disabitati: il ciglio della strada di notte, claustrofobici ascensori, boschi dai colori autunnali, le pareti gialle dello studio in cui lavora, quelle azzurre della camera da letto.
Alice si mette a nudo attraverso le sue fotografie, a volte nel vero senso della parola, si priva degli indumenti e si ritrae in momenti di necessaria solitudine.
Nel tempo il lavoro perde la forma di diario e Alice diventa una sostituibile presenza nelle sue stesse immagini.
Usa se stessa come modella diventando un tutt’uno con il contesto nel quale si trova, i colori prendono sempre più spazio: troviamo il verde rilassante degli esterni, la luce accecante e fredda della lampada uva, fino al bianco della neve, dove la fotografa si staglia come unica macchia di colore.
La strada che percorre dal buio alla luce non è fatta di passi successivi ma di corsi e ricorsi, di stati d’animo che vanno e vengono, di colori che ritornano a caratterizzare le scene.
Così, anche nel video realizzato dalla fotografa, lei stessa sfoglia le pagine del suo “diario di immagini” e ne titola i capitoli con i colori che compongono lo spettro cromatico, fino a giungere a “nient’altro che del bianco cui badare”. Alla fine del video le foto vengono tolte dal diario per poi ricomparire in mostra.
Le 26 fotografie esposte, dai 20x20 ai 100x100cm sono tutte realizzate in pellicola a colori 120 mm, e scattate con un vecchia biottica Yashica. Il video è realizzato con la tecnica dello stop motion utilizzando scatti realizzati con una fotocamera digitale.
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Nel corso dell’inaugurazione, in un ambiente appartato, sarà allestita un’essenziale sala di posa in cui la fotocamera utilizzata dall’autrice per realizzare il lavoro sarà a disposizione dei presenti che potranno diventare essi stessi autori di una fotografia a tema con la mostra: l’autoritratto. Nel secondo appuntamento previsto per sabato 17 aprile alle h.17 saranno presentati gli autoscatti realizzati il 1 aprile.
Alice Acerbi
Ha conseguito il diploma all'Istituto Italiano di Fotografia di Milano nel 2003.
Attualmente lavora come fotografa e grafica freelance.
Dal 2003 collabora con lo studio fotografico da Cosa Nasce Cosa 2 di Piacenza.
Ha partecipato alla realizzazione del festival di fotografia internazionale “FOTOSINTESI‐Eventi di Fotografia a Piacenza” svoltasi dal 2004 al 2009.
Ha partecipato a mostre collettive e personali tra Milano (Spazio Open Mind) (IIF) e Piacenza (Galleria Ricci Oddi) (Fotosintesi) (Galleria Rosso Tiziano) ed in spazi non convenzionali. Ha collaborato alla realizzazione di eventi culturali, occupandosi anche della parte grafica. Ha partecipato a workshop di fotografia di livello nazionale. Nel dicembre 2010 ha luogo la sua prima personale presso la galleria “Sottoesposizione” a Piacenza in cui presenta il lavoro inedito sugli autoritratti.
“Accanto ai lavori su commissione porto avanti i miei lavori di ricerca utilizzando prevalentemente pellicole a colori e alternando foto di paesaggio a ritratti.
Fotografare è per me un bisogno; amo la fotografia silenziosa, per citare Barthes, non è una questione di “discrezione” ma di musica.”
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